Post più popolari

martedì 26 maggio 2015

"Però c'avete il mare!"

Sorrento. La gente si riempie la bocca con questa parola. Sor-ren-to: lei lo fa; riempire le bocche.
Ma che è sorrento, un sogno, una città di provincia, un concetto, un boccone, un'idea papillare? Nullificazione sana portatrice di benessere, mantenitrice di record da osteria invernale dove il porco costa meno ed è più buono?
E' bello essere una coppia di anziani che trova i propri sconosciuti connazionali a passeggio per Andrea Veniero - chi sale e chi scende - ognuno col suo viaggio sui basoli degli antichi; ma anche col pugno nell'occhio della museale merendina automatica di ventiquattrore? Sarà che domani non è il futuro; domani è solo domani, il futuro è remoto: "quando saranno arrivati i turisti, allora faremo i soldi". Ma quando gli stranieri arrivano, i residenti già risiedono da un pezzo! E perdono. Perdono la bellezza negli occhi di chi guarda, perdono il gusto del sale, dei cieli, l'odore di quaderni e libri nuovi e l'acre punta olente nei corridoi di un ospedale. Chi imprende non intraprende nel tempo lungo, ma solo nel proprio tempo da stalla. Colazione pranzo e cena, sì, ma un anno alla volta, non ammettendo che un buon nome batte la quantità temporanea almeno dieci a zero.
Io ci voglio bene al mio paese, a sorrento. Ma non posso fintare la nostalgia se me ne vado. Se volete che il mio paese diventi una cartolina, allora se parto e me la porto appresso in dieciperquindici sarà la stessa cosa non averla fuori di me a tenermi in braccio. La mia sorrento la porterei in un quadernetto o in un album, così come me l'avete insegnata: colorata, luminosa, piccola, piatta e di cartone.